mercoledì 4 marzo 2015

Marzo

Marzo che arriva, con le prime margherite che ci sono già da un po', e i primi fiorellini blu, che qui chiamano "gli occhi della Madonna". E chissà poi perché la Madonna e Gesù, nati in Medio Oriente ce li vediamo sempre come simil discendenti dei Vichinghi. 
Marzo che mi fa dire al telefono "sto uscendo dall'ufficio e c è ancora un po' di sole" e mi pare già un incanto. 
Marzo che mi fa pensare ad agosto, al fare e disfare, alla voglia di vacanza che mi viene sempre quando vedo il sole. Alle spese che mi piombano addosso e che fanno atterrare violentemente la mia fantasia. Ma ho deciso di pensare a quel che si può fare, più che a quello che non posso fare. Ma manca ancora tanto tempo, e io non voglio correre, che il tempo Oggi, mi piace tanto. E' come essere andati avanti avanti, e poi essersi fermati e tornati indietro. Un po' come quando fai per uscire, poi ti accorgi di aver dimenticato qualcosa e allora torni indietro, a passi veloci e prendi un viso tra le mani per un bacio ancora. Ecco, in questo momento è come se il tempo tenesse il mio viso tra le mani, e va bene così. E cerco di far le cose per bene, di organizzarmi quel tanto che basta, di scrivere quanto più posso che ho una scadenza, manca tanto/poco tempo e non so se, anzi no, voglio farcela, non ci sono ragioni. Marzo che è un già fare il cambio dell'armadio, dai su che il maglione quello di lana grossa lo possiamo metter via. La copertina del divano no, perché quella va bene quando il freddo viene da dentro, che i piedi ancora ce li scaldiamo da soli, ma solo perché stanno troppo distanti dal cuore se no, starebbero al calduccio anche loro. Protetti e coccolati come il mio cuore oggi. 
Marzo che è già zeppo di compleanni, di ricorrenze e di buone speranze. Marzo che ha la promessa di un viaggio a fine mese con Mamma, come ai vecchi tempi. Con la voglia di andare e di ritornare. 
Marzo che è ancora tutto da scrivere... 

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