martedì 19 aprile 2022

Alma che visse in fondo al mare - Martin Rua

Doverosa premessa: questa non è una recensione, non nel senso più tecnico della definizione. Per un motivo molto semplice: non sono un critico letterario. Sono solo una persona che legge, non quanto vorrebbe, a cui piace discorrere di libri, soprattutto quelli che le sono piaciuti. Se leggo libri che non mi conquistano glisso, per due motivi altrettanto semplici: la bellezza sta negli occhi di chi legge. Banale forse, ma tant'è. Non detengo certo la verità universale. Inoltre,  un libro porta con sé una storia sotterranea di energie investite, tempo rubato alla famiglia, agli hobby o al cazzeggio. Quindi merita rispetto, a prescindere.

Quello che vi apprestate a leggere sono impressioni, sensazioni, che il libro mi suscita. Per le recensioni più tecniche vi rimando agli esperti del ramo.

Che io abbia un'ammirazione sconfinata per Martin Rua è risaputo, ma credete: non sono io di parte, è lui che scrive dannatamente bene. 
Dalla scrittura sapiente di Martin mi sono lasciata accompagnare a Procida, in una storia lontana dai thriller da tachicardia a cui mi ha abituata, ma immersa in una morbida storia di arte e cuore, dai caldi profumi di un'estate degli anni '60. I protagonisti due ragazzi, Alma e Napoleone. Quasi una dea lei per bellezza e intelligenza, giunta nell'isola che ha dato i natali a suo padre per una vacanza. Un artista lui, spesso accostato a Caravaggio per il suo grande talento ma in prestito all'attività di pesca del padre.
La magia del loro incontro si riverserà su tutta l'isola e non tarderà a sfiorare ogni suo abitante; non mancano il mistero, la magia, la superstizione e quella sfumatura di esoterico che ci accompagna tra i vicoli e le onde. Di pagina in pagina Procida si mostrerà in tutta la sua prepotente bellezza, non come semplice scenografia di una storia ma come personaggio principale. Sempre presente ma non ingombrante. 
La scrittura di Martin, poi, non ha bisogno di presentazioni: i tratti poetici a volte lirici delle descrizioni, le battute e l'ironia in punta di fioretto, metafore mai banali e linguaggio ricercato senza essere mai astruso, rendono la lettura scorrevole, un pizzico romantica e spesso divertente. 
Uno di quei libri che, un volta finiti, li si guarda già con un po' di nostalgia nel riporli in libreria

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